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(Da una rivista di giochi per computer.)

NUMBUS.
Una nuova produzione della Macrohard, affiliata della K.E.

Il giocatore può entrare nei panni del dio Numbus
Numbus possiede poteri sovraumani, che vengono foraggiati dalla fede dei suoi credenti
3 razze, 500 espressioni facciali, 100 formule magiche, 200 tipi di armi!

Mantieni il controllo sulla tua razza e controllerai la galassia!

Ma ora non perdiamo più tempo. Esci con la sputafuoco spianata e fatti strada nella calca
Il povero scemo che sta all'obitorio non ha più bisogno del portafogli. Prendiglielo!
Bisogna portare le teste decapitate fino all'altare di Satana
Il freezer serve per rinchiudervi i nemici. Dopo che si saranno congelati, li potrai fare a pezzetti con estrema facilità
Se hai posto la domanda giusta al tuo avversario, vedrai la sua anima lasciare il corpo e volteggiare a mezz'aria
Se devi passare per forza davanti a uno dei Guardiani, sparagli una freccia in un occhio, nel collo o nella testa, e lui non ti darà più fastidio
Attento! Se uno di quei titani corazzati si pone alle tue calcagna, è impossibile scrollarseli di dosso. Ti spareranno palle di cannone oppure cercheranno di annientarti con una sega elettrica...




Dopo aver parlato con Jamil Abu Cahal, un alto dirigente di origine marocchina, la mia paranoia aumentò. Mi sorpresi persino a cercare messaggi nascosti tra le piastrelle del bagno. Quei disegni, che apparentemente si ripetevano sempre uguali... non saranno stati un messaggio in codice morse?

Finora aveva conosciuto solo yuppies e Gameboys. Jamil venne nel mio ufficio inguainato in un completo d'altri tempi: gilè, doppiopetto di cotonina e cravatta a pois. Quando Marilinda mi annunciò la sua visita, feci appena in tempo a mettere da parte il mouseStick e ad aprire una finestra del computer che mostrava... già, che cosa mostrava?

"Progetti di Ricerca e Sviluppo su cui investire nel corso
dell'anno entrante. Questo documento contiene in allegato
una sintesi delle ultime rilevazioni, marginalizzate a livello
continentale, dei trend sul mercato ICT consumer e business."

«Buongiorno!» mi augurò entrando. Doveva avere all'incirca la mia età, ma sembrava più vecchio; forse perché si era rasata la testa a zero. «Spero di non averla disturbata.»

«Ma no, la prego!» ribattei, osservandolo attentamente. Indicai la poltroncina davanti alla mia scrivania. "Jamil, Jamil..." pensavo intanto. "Possibile?"

Lui si sedette e disse: «Voglio congratularmi con lei per aver superato brillantemente sia le prove pratiche sia quelle attitudinali. Ho letto il suo curriculum: è stringato e veritiero. Ovviamente abbiamo scandagliato la sua vita privata...» E sorrise in modo strano.

Mi appoggiai sullo schienale e continuai a squadrarlo. Non portava coltelli con sé, a parte quelli negli occhi a punta e nella lingua. «Scandagliato? La mia vita? E...?»

«Oh», fece lui, agitando le mani come per schermirsi. «Lei corrisponde in maniera esatta al modello di impiegato che avevamo fornito ai nostri cacciatori di teste.»

Cacciatori di teste... già.

Immagino che avrei dovuto essergli grato per la visita. Di norma i gerarchi in esecutivo non si abbassano mai ad andare a trovare i loro sottoposti: li convocano nei loro spaziosi uffici ai piani alti.

«Sono qui», proseguì, «allo scopo di fornirle il brief, ovvero la corretta definizione di quelli che saranno i suoi compiti alla corp.»

"Ah, sì? Era ora!" pensai.

«So che lei non è stato ancora battezzato...»

«Prego?» feci perplesso.

Jamil rise di gusto. «Il battesimo: noi lo chiamiamo così. Ovvero la partecipazione a una convention che illustra ai nuovi assunti la Corporate Identity.»

«Ah! No, non sono stato ancora... battezzato.»

Aggrottò la fronte. «Una mancanza imperdonabile da parte del reparto Internal Personal Affairs.» Mentre io continuavo a guardarlo stranito, tirò fuori un pad dalla tasca interna della giacca, lo accese e vi digitò su alcune parole. Dopo aver rimesso via l'affare, annunciò tutto serio: «Avrò modo di chiarire la questione nel prossimo meeting di direzione». All'improvviso si sporse pericolosamente in avanti e, guardandomi con quegli occhi anfitaminizzati, mi disse: «Una delle nostre missioni principali è il buon clima aziendale, e...»

Scoppiai a ridere.

«Che c'è?» fece lui, irritato. Ma io non riuscivo più a controllarmi. Erano anni che non ridevo più a quel modo.

Jamil attese con aria corrucciata che mi passasse la crisi. Finalmente mi asciugai le lacrime e gli dissi: «Noi ci conosciamo già, non è così?»

«Non so che cosa...»

«Ehi, Jamil! Frena i deliri di onnipotenza! Scendi dal tuo piedistallo! Abbiamo fumato insieme un sacco di spinelli, non ricordi? Possibile che mentre scandagliavi la mia vita non ti sei imbattuto in te stesso?»

Lo vidi arrossire. «Il suo non è un tono pertinente, signor Ferroni. Qui alla Kosmos...»

«Ma va là!» sbottai. «Ci chiamavamo fratelli, nemmeno cinque anni fa. Davvero non ricordi?»
Improvvisamente il suo volto si distese. Lo vidi sorridere con aria vagamente nostalgica. «Già, già...»

«Accidenti, vecchio bradipo! Ne hai fatta di strada! Quando ti incontrai l'ultima volta, vestivi di stracci e non avevi nemmeno un posto dove dormire. E allora non avevi la testa rasata. Di' un po': qui devi guadagnare un mucchio di soldi...»

«Eh, insomma...» borbottò lui, visibilmente imbarazzato.

«E quanto guadagnerò io?»

«Veramente, la questione non rientra nelle mie competenze. Sono venuto per illustrarti alcune cose di primaria importanza. Devo informarti sulla tua mission. Come ti dicevo, il posizionamento degli impiegati della Fase Uno...»

«Blablabla!»

«Non interrompere! Allora, dove...? Il clima, sì. Il clima aziendale. Uno dei miei compiti è...»

«Jamil.»

«... fare il monotoraggio della...»

«Jamil!»

«Per costruire una buona strategia di comunicazione interna, è necessario... ah... è necessario espletare un'indagine sui rapporti interpersonali e... mmmh... sondare il grado di soddisfazione, conoscere i problemi... già... e ascoltare i suggerimenti dei...»

«JAMIL!»

«Sì?» Aveva assunto un'espressione vacua, come quando ci sballavamo insieme.

«Quanto guadagnerò?»

«Soldi!» esplose lui, indignato. «Sempre soldi! Ma non capisci che i soldi sono un'illusione, cifre vuote, insensate?»

«Ah, sì? E da quando?»

«Almeno dal giorno in cui il valore del dollaro è stato dissociato da quello dell'oro. Credimi: i soldi non contano. Il mondo è radicalmente mutato. Occorrono nuovi input...»

Tornai a ridere. «Un rivoluzionario non si smentisce mai!»

«Ma che rivoluzionario?» fece lui, accigliandosi ulteriormente. «No, Pat. La rivoluzione ci vorrebbe tutti uguali, ma in ognuno di noi c'è qualcosa di prezioso e di unico che non può essere trovato negli altri.» Fece uno sforzo sovrumano nel tentativo di riflettere. «In ogni rivoluzione», concluse, «c'è una de-voluzione

«Bravo! Ottima citazione!»

«A questo proposito, ti raccomando una cosa: cerca di non frequentare più nessuna di quelle persone pericolose

«Sta' tranquillo. Allora: quanto

«Beh, nella tua attuale posizione... Credo più o meno il doppio di un operaio specializzato. Ma aspetta! Ci sono anche gli incentivi di carriera, e poi le percentuali di produzione. Inoltre, se righi dritto, se non crei intoppi, puoi arrivare all'ambito prepensionamento.»

«Niente male, niente male. E... che accidenti dovrei fare qui?»

«Idee.»

«Idee?»

«Abbiamo bisogno di idee. Poi ti comunicherò i dettagli tecnici dei prodotti su cui stiamo lavorando. Ti farò pervenire i depliant della campagna di promozione, in modo che tu possa collaborare agli aspetti operativi. Per il momento, puoi trovarne una prima presentazione interna sul database dei progetti aziendali» - indicò il mio computer - «alla voce "nanoelaboratori ad architettura bilanciata per l'automazione individuale".»

«Sarei, dunque, dipendente di un'agenzia pubblicitaria?»

«Ma che dici? No.»

«Non ci sto capendo un'acca. Che diavolo fa la Kosmos Enterprise? È Aleph il nostro principale? Collaboriamo tutti al Progetto Untergang?»

«Codice Untergang», mi corresse Jamil. Poi sorrise. Tornò a sporgersi verso di me e, con un sussurro cospiratore, formulò: «Ci siamo vicini, ormai. Sta per accadere sul serio. È formidabile».

«Che cosa?»

«La biotech. La biotech abbinata alla registrazione della memoria.»

«Registrazione della...» Scossi la testa. «Crazy.» Gli lanciai uno sguardo accusatorio. «Come mai hanno preso te?»

Sembrò alquanto offeso dalla mia domanda. «No: come mai hanno preso te?»

«Ecco, sì. Spiegamelo. Come mai?»

Nella mia mente stavano affollandosi diversi concetti nebbiosi, un miscuglio dei discorsi fatti in mensa con i colleghi e degli ammonimenti di Allen. Davvero tipi come me e Jamil erano degli infami che si erano venduti? E davvero qualcuno molto in alto - Aleph? - voleva usarci per i suoi arcani giochetti?

Riprendendo a fissare il mio vecchio compagno di deboscia, inquisii: «Non è che siamo solo... degli esperimenti sociogenetici? Cavie umane?»

«Non dire così!» mi richiamò lui. «La K.E. ha urgente bisogno di gente come noi. Di cervelli che, sulla scorta del loro coinvolgimento intellettuale, riescono a... provocare. Provocare nuove Case histories, tanto per dirne una.»

«Nuove che?»

«Pat, conosci il termine "brainstorming"? Sì? Creatività ad alto livello.»

«Ma... senza una specifica preparazione tecnica...»

«Alla Kosmos non servono solo i tecnici. Serve anche fantasia. Inventiva.»

«A che pro?»

«Tu forse lo troverai strano, ma la nostra ditta è, tra le altre cose, una fucina di strategie geopolitiche. Uno dei nostri uomini... e ti assicuro che la sua biografia non è meno assurda della tua... della nostra... ha progettato praticamente da solo tutto quello che è avvenuto nell'ultimo paio d'anni: dall'11 settembre alla guerra in Iraq. Ovviamente, gli appalti alle compagnie petrolifere furono assegnati già prima della guerra. E anche prima dell'attentato alle Torri Gemelle. E chi c'è dietro a tutto quanto? Dietro alla CIA, all'esercito, alla marina... e allo stesso governo americano?»

«La Kosmos Enterprise.»

«Esatto.»

«Vuoi darmi a bere che l'attentato dell'11 settembre è stato progettato in uno di questi uffici? E che il fine era... la conquista di Bagdad? Per piantare la bandiera stella-e-strisce a Saddam City?»

«No. Per piantarla a Birkuk e nelle città limitrofe, a nord dell'Iraq.»

«Dunque per il petrolio.»

«Ottanta milioni di barili. E svariati giacimenti capaci di produrne molto di più.»

«Uhm... Così la Kosmos Enterprise sarebbe una think tank? Una fabbrica di idee?»

«È una ideas factory, sì. Principalmente, ma non solo. Diciamo che siamo... global players.»

«E il motore di tutto è il denaro.»

«Via, via! Cerchiamo di non essere prosaici!» esclamò Jamil. Era comico vederlo lì vestito in doppiopetto e con il rolex al polso. Jamil... non pareva vero... «Sei proprio fissato col denaro! In realtà, il motore è il potere. Ovvero il controllo su tutti i mezzi e su tutte le risorse del pianeta.»

«Denaro, ricchezza. E che dicevo io? Eppure, potenti come siete, stavate quasi per lasciarvi sfuggire Saddam. Aspetta... Non è che pure lui fa parte della Kosmos?»

«Ridi, ridi pure. Ma credimi: se Saddam l'avesse scampata, sarebbe stato per una nostra mossa calcolata. Tanti ce li lasciamo sfuggire di proposito. Osama bin Laden, per esempio, e altri prima di lui.»

«Fuori i nomi!»

«Hitler», mormorò. «Conosci?»

«Impossibile!»

«Sì, invece. Quel diavolo ha vissuto indisturbato fino all'età di centodieci anni. Pensa: abitava a Monaco di Baviera sotto falso nome e nessuno è mai riuscito a smascherarlo. Fosse dipeso da noi, avremmo lasciato in pace anche Mengele e con lui altri assassini di un passato più recente. Milosevic, Constant, eccetera.»

«Ma perché? Per fare un piacere a un calcolatore elettronico con i circuiti sfasati?»

Jamil sospirò. Era più che evidente che gli stavo costando tempo e nervi. «Piano», mi ammonì. «Cerca di ragionare. È vantaggioso avere dei nemici, figure sulle quali scaricare l'odio delle masse. L'ideale ovviamente sarebbe di non scalzare mai questi despoti dalle loro poltrone. Dimmi: secondo te come mai Fidel Castro è ancora in vita?»

«Capisco. La CIA, l'esercito, la marina e così via hanno bisogno di giustificare la loro funzione. Anche e soprattutto dopo la caduta del Muro di Berlino.»

«La Guerra Fredda fu solo un aspetto delle vaste operazioni della Kosmos Enterprise», concluse Jamil non senza orgoglio. Poi si alzò. «Di una cosa ti prego caldamente... fraternamente», aggiunse, avviandosi alla porta. «Davanti ai colleghi, soprattutto a quelli che ricoprono incarichi importanti, dammi del lei.»

«Ma certo, signor Abu Cahal!»

Uscì, e io mi ritrovai a fissare allucinatamente il monitor.

"Si suggerisce di riservare particolare attenzione ai benchmark
riportati in appendice B: com'e' immediato rilevare, le prospettive
di crescita nel settore delle I.A. mission critical e, in campo hardware,
dei dispositivi multicanale per l'interazione fisica con il TV-Web sono
superiori al 110%.
In appendice C (spreadsheet C.2) viene illustrata una proposta di
ripartizione per il budget R&D del nuovo anno, formulata sulla base
dei protocolli consegnati da..."



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