Bio
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franc'O'brain (sì, è uno pseudonimo!) risiede in Germania da svariati anni. Con "Rap Fiction" ha vinto nel 1999 il concorso 'Dipendenze', indetto dalla rivista Addictions. Il suo celebre racconto "Dossier Qonk" è stato incluso nel volume antologico 'Altrove' (Edizioni Ghost, 2000) dopo essere già apparso in varie sillogi per "nuovi scrittori". Suoi anche i racconti "Villa Dolcemorte", "Pholcus Phalangioides", "Il Grande Fardello", "Hotel Biancaneve", ecc.
franc'O collabora con riviste italiane e tedesche ed è l'autore della serie sul cyberdetective Smoke. Calcisticamente fa parte di una razza in via di estinzione: quella delle ale sinistre.   



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"Buio, amici, è lo spazio infinito. Mooolto buio."

franc'O'brain: L'INTERVISTA

   

Nato?

Sì.

Voglio dire: dove e quando?

Su Mû, una trentina d'anni fa. Come "franc'O'brain" sono nato esattamente il 27 luglio 1997, qui in Baviera.

Perché uno pseudonimo?

Anzitutto per difendere la mia privacy. Tu dirai che "privacy" è un concetto sputtanato, ma a me non importa. Non desidero certo che qualcuno (chiamalo pure: l'"hype") venga a tirarmi fuori dalla mia torre...

La torre d'avorio, eh?

No: la torre di legno. Letteralmente. Vivo in una casa medievale che sorge sulla sponda di un fiume. La casa è completamente vuota, con la sola eccezione dell'abbaino. È lassù che ho sistemato la mia roba. Per citare uno junkie di mia conoscenza: "Poca roba, ma buona". Il computer, i libri, i dischi. Dormo vicino a una finestra che dà direttamente sulle stelle. Conosci "Watcher Of the Sky", dei vecchi Genesis? Ebbene: quello sono io!

I Genesis? Ma non facevano un rock alquanto decadente?

Hey man! Quello era prog rock, altroché! Come E.L & P., come i King Crimson... (Beve un sorso del suo cappuccino e storce la bocca. La nostra conversazione affoga nel chiacchiericcio di questo Kaffeehaus nel centro di Monaco di Baviera, dove ci siamo incontrati. franc'O'brain indossa jeans scoloriti e giacca color verde; sulla testa porta un berretto con la scritta I love N.Y.) Dei Crimson devi riascoltare "21st Century Schizoid Man", quando hai tempo. E dei Genesis tutto Foxtrot e ovviamente Selling England By the Pound.

Che altra musica ascolti?

In questi frangenti Radiohead, Rage Against the Machine, Grey Owl, Popol Vuh, Amon Düül II. La solita zuppa, insomma.

Autori preferiti?

In assoluto: Thomas Pynchon e Richard Brautigam.

Non necessariamente fantascienza o cyberpunk, dunque.

Anche il presente e il passato sono ricchi di visioni e di utopie... Quando   scrivo, io non faccio mai affidamento sulla fantasia. O quasi mai. Mi reputo un semplice cronista. Prendi Dossier Qonk: è stato il tentativo di divulgare informazioni molto importanti attraverso la palude delle ideologie, i pantani degli essays pseudoscientifici, le sabbie mobili della letteratura triviale. Il tutto ovviamente secondo l'ottica dell'"Osservatore delle stelle". Ma perché si continua a parlare di SF? Io lo chiamerei piuttosto iperrealismo o - con Rudi Rucker - transrealism. Viviamo nel Terzo Millennio, infine, ed è meraviglioso essere arrivati fin qui.

Come trascorri i tuoi giorni? Scrivi di continuo, o...?

Oggi per esempio sono rimasto a letto fino alle 11, a leggere i diari di Klaus Mann. Un libro essenziale per capire quanto accadde in Germania negli anni Trenta. E anche per capire quel che sta accadendo in questi giorni in certi Paesi da operetta qual è l'Austria di Jörg Haider. In esilio dalla "peste bruna", dal nazismo cioè, Klaus Mann viveva e scriveva a un ritmo impressionante. Un po' come me. Sì, scrivere necesse: ogni giorno, tutti i giorni dell'anno. Pur se immersi nella povertà, nello sfascio sociale, nella merda, non bisogna MAI abbandonare i propri progetti. Dare voce al proprio 'io'. Produrre un'infinità di pagine inchiostrate, un PRATO NERO che esorcizzi il vuoto, la volgarità, la morte.

Tu sei stato attivo anche come traduttore...

E lo sono ancora. Ho arrecato una piccola, insperata fama a poeti e scrittori tedeschi, inglesi e americani che altrimenti in Italia sarebbero rimasti sconosciuti. Ma non è franc'O'brain che traduce. franc'O'brain si dedica perlopiù a letteratura 'contro': poesie-razzi, parole-proiettili, chitarre-granate, sassofoni-bazooka...

A quali progetti stai lavorando in questo periodo?

Poesie-razzi, parole-proiettili, chitarre-granate, sassofoni-bazooka...

Quando guardi dalla finestra del tuo abbaino, che cosa ti dicono le stelle?

Confermano la mia teoria, e cioè che l'uomo è il frutto di un'ibridazione che ha le sue radici in un'altra galassia. Il pianeta Terra è soltanto la nostra scialuppa di salvataggio, su cui proseguiamo il viaggio che abbiamo iniziato... quando? Centinaia di millenni fa, probabilmente.

E che ci porterà dove?

È Vega il destino nostro, Sir.

Dunque siamo soltanto dei viaggiatori?

"Soltanto"? Viaggiare è la cosa più bella che ci sia! Bisogna però tenere gli occhi ben aperti, non lasciarsi sfuggire niente...

E tu cosa vedi?

Per parafrasare Yuri Gagarin: "Buio, amici, è lo spazio infinito. Mooolto buio."

Grazie, franc'O, per...

Chiamami franc'O'brain.

Grazie, franc'O'brain, per il tempo che ci hai concesso. Ah, un'altra cosa: hai una tua home page personale?

Certo. Basta cliccare sul logo qui sotto. Ma attenzione: i lavori in corso non finiscono mai. Come nella vita vera. Come nella... ah! ah! letteratura.

Homepage 



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